Giro della più grande isola del Mediterraneo

Mazara del Vallo

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Mazara del Vallo è una città costiera che conserva un importante patrimonio culturale, essendo sempre stata al crocevia delle strade mediterranee, dove si insediarono fenici, greci, arabi, normanni, ecc.
Il litorale è formato da rocce, dove i fondali cristallini si prestano bene alle immersioni.
Il fiume Mazaro attraversa la città per gettarsi nel mare. Lungo il suo canale, il porto peschiero ha un’importante flotta di imbarcazioni, diventando nel XX secolo il più importante della Sicilia.
Questa città è sempre stata un luogo di scambi culturali e commerciali, di mescolanza di popoli, come testimonia ancora oggi la presenza di una comunità tunisina legata all’intensa attività di pesca.

Storia

Una prima città si sviluppò in epoca fenicia, sulla riva sinistra del fiume Mazaro, il cui nome deriva dal fenicio “Mazar” che significa roccia o castello. È diventata con i greci un avamposto che protegge la grande città di Selinunte.
Sotto gli arabi, era il capoluogo della valle di Mazaro, la più grande città di questa regione della Sicilia dopo Palermo con quasi 30.000 abitanti, le cui attività culturali ed economiche furono fiorenti, e dove si stabilirono numerosi beri e arabi. Il tessuto urbano ereditato da quest’epoca si ritrova in particolare nel quartiere della Casbah. Fu uno degli ultimi bastioni della resistenza islamica che caddero durante la conquista normanna. Qui si tenne anche la prima seduta del «parlamento siciliano», convocato dal conte Ruggero d’Altavilla nel 1097.

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Patrimonio e visita

In mattinata si può scoprire l’intensa attività portuale, la fonte della vita di questa città.
L’antica piazza del centro storico era in origine protetta da mura costruite dai normanni. Vi si trovano numerosi edifici civili e religiosi, testimonianze di varie influenze culturali, come monasteri restaurati nel XVII e XVIII secolo, chiese del XI-XII secolo e il quartiere della Kasbah, tipico delle medine arabe con i suoi vicoli stretti.

Nei pressi del porto, in Piazza Plebiscito si trovano i resti della chiesa di Sant’Ignazio con i suoi archi normanni e le colonne doriche, annessa all’ex convento dei Gesuiti del XVII secolo.

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Cattedrale

Piazza della Repubblica è dominata dalle dimensioni della cattedrale di San Salvatore, edificata dal normanno Ruggero I d’Altavilla per sostituire una moschea. Ricostruita alla fine del XVII secolo in stile barocco, conserva parte della sua struttura originaria nel transetto e nell’abside. L’interno conserva sarcofagi romani e statue di Antonello Gagini sul tema della trasfigurazione di Cristo.
Sulla piazza si trovano anche il Palazzo episcopale del XVI e quello del seminario del XVIII secolo.

Ricordiamo anche la chiesa di Sant’Egidio (XV – XVI secolo), sede attuale del museo del Satiro Danzante (leggi sotto); la chiesa di San Michele costruita sotto il normanno Ruggero II e trasformata in edificio barocco nel XVII secolo; la chiesa di Santa Caterina o la chiesa barocca di San Francesco con le sue ricche decorazioni e policromi; e la chiesa di San Nicolò Regale che è uno splendido edificio di origine normanna del XII secolo.
Nei pressi di Nostra Signora di Giummare (Nostra Signora dell’Arca), in piazza Mokerta, si erge un’arca dell’epoca normanna, unica vestigia dell’antico castello normanno fortificato dal conte Ruggero d’Altavilla.

Il museo diocesano è ospitato nella chiesa di San Michele, dove sono esposti paramenti sacri, strumenti liturgici o oggetti preziosi in oro e argento, risalenti dal XIV al XIX secolo.

Il museo del Satiro Danzante (Museo del Satiro Danzante), ospitato nell’antica chiesa di Sant’Egidio, custodisce numerosi reperti antichi, conservando in particolare un raro e prezioso esempio di statua in bronzo greca del IV sec. a.C. -C., il Satiro Danzante di Mazara del Valo.

Il satiro danzante è una statua di bronzo alta due metri, ritrovata nel 1998 da un peschereccio di Mazara nello stretto di Sicilia, risalendo le reti a cui si era aggrappata.
Dopo il restauro, quest’opera viaggiò per essere esposta a Roma, a Parigi e anche in Giappone.
Pesa quasi 100 chili, con occhi di alabastro e vetro colorato, ma gli mancano le braccia e una gamba, probabilmente persi sul fondo del mare. Per alcuni si tratterebbe del «satiro periboetos», menzionato da Plinio l’antico, opera del celebre scultore Prassitele (del IV secolo a.C.), per altri sarebbe una replica del II o I secolo a.C. Esistono anche altre ipotesi sulla sua origine.
In ogni caso è una rappresentazione di un satiro, viste le orecchie a punta o la postura danzante.

Il museo Mirabilia Urbis, che occupa l’antica chiesa di San Bartolomeo, ospita i ritrovamenti rinvenuti nel vicino sito archeologico di Roccazzo, e altri ritrovamenti fatti sul comune. Gli oggetti risalgono al neolitico fino alla fine dell’antichità, passando per l’età del bronzo.

Ricordiamo anche la biblioteca del seminario episcopale e la biblioteca municipale che conserva importanti fondi, nonché un museo ornitologico, con una collezione ornitologica e tassidermista.
Il Teatro Garibaldi risale al 1848. È in corso di restauro, con interni ricoperti da dipinti tipici del folclore siciliano.

Alcune antiche vestigia si scoprono in città, tra cui quelle di terme romane che sono state ritrovate sotto la chiesa di San Nicolò Regale, con affreschi e mosaici a pavimento (III – V secolo d.C.).
Il palazzo dei Cavalieri di Malta annovera anche resti archeologici come elementi punici (fine del IV sec. a.C. e strutture arabe e normanne.

Siti naturali nei dintorni

Nei dintorni si trovano anche gli interessanti siti naturali della riserva di Gorghi Tondi e del lago Preola, così come le paludi di Capo Feto e Margi Spanò.

Ad est, la Riserva Naturale Lago Preola e Gorghi Tondi è un ambiente umido separato dal mare, con piccole depressioni lacustri, zone secche e boschi, dove vive una fauna avicola, e cresce una fitta vegetazione paludosa tipica degli stagni mediterranei costieri debolmente salati.
Ad ovest, le paludi di Capo Feto e Margi Spanò sono anche una zona di grande ricchezza naturale, separata dal mare da un cordone di sabbia, allagato in inverno.

Il sito archeologico di Roccazzo si trova 12 km a nord, lungo la strada SP 50, dopo il borgo di Borgata Costiera. Vi si trovano testimonianze del neolitico, dell’età del bronzo e dell’antichità greca. Un museo della città conserva i ritrovamenti che vi furono fatti.

Tradizioni e gastronomia

Feste e tradizioni

L’ultima settimana di agosto si festeggia il patrono della città, San Vito, con celebrazioni, processioni, rievocazioni storiche, concerti e fuochi d’artificio. Una processione si svolge prima dell’alba, alla luce delle fiaccole, con fuochi d’artificio, e una processione finale sul mare.

La Madonna del Paradiso, patrona della città, si celebra a metà luglio. Si festeggia anche l’Aurora la mattina della domenica di Pasqua.

Le feste e gli eventi culturali sono numerosi a Mazara, con un’estate vivace, musicale, teatrale e sportivo. La fiera di San Salvatore si tiene dal 1º al 6 agosto, e in ottobre la Festa della Borgata Costiera riunisce tutte le risorse del territorio: artistiche, culturali e tradizionali, e l’enogastronomia locale con degustazioni di prodotti tipici.

La leggenda: Secondo antiche credenze popolari, alcuni luoghi della città e il fiume Mazaro avrebbero avuto poteri magici in grado di influenzare l’uomo e la natura. Gli arabi chiamavano il Mazaro “Wadi al Wagnum”, fiume dello spirito, non trovando spiegazione al fenomeno vulcanico delle rapide salite e dei ritiri delle acque.

Produzioni ed artigianato

Le produzioni artigianali tipiche di Mazara sono legate alle sue attività marittime, tra cui gli attrezzi da pesca come le reti e le nasse. I suoi cantieri navali sono specializzati nella costruzione di scafi in legno e in ferro di medio tonnellaggio.
Altre produzioni ruotano attorno alla lavorazione del ferro, del legno e delle ceramiche artistiche.

Per quanto riguarda l’agricoltura, si producono vino, olio, cereali, frutta e agrumi. Si fabbricano anche paste e conserve di pesce.

Gastronomia

Il pesce è ovviamente al centro della gastronomia locale, cucinato alla griglia, fritto, al forno, in zuppa, o affumicato.
Come in tutti i comuni costieri della Provincia di Trapani, il piatto locale è il couscous, di origine araba, con la sua semola cotta a vapore, impreziosita da brodo di pesce.
Per quanto riguarda i dolci, le suore benedettine del monastero di San Michele hanno inventato delle tortine, le muccunetti, delle palline di mandorle ripiene di crema di zucca e spolverate di zucchero.

Cartina

Informazioni

Video dell’ufficio turistico del comune

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