Il Monte Pellegrino, situato in una riserva naturale, si inserisce nella vita di tutti i palermitani, comunemente chiamato «il Monte». La sua imponente figura è stata più volte ritratta da artisti di tutto il mondo. E importante non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua sacralità, pure visto come protettore della città.

Storia e descrizione

mappa-monte-pellegrinoSul monte Pellegrino sono stati ritrovati diversi siti sacri di epoche diverse, tra cui un altare punico dedicato alla dea Tanit.
Quando i Fenici sbarcarono nella pianura di Palermo e vi si stabilirono, chiamarono questa grande roccia “Panhorm” (grande roccia in italiano). Più tardi, i greci lo chiamarono “Erca”, i romani “Peregrino”, gli arabi “Gebel Grin” (monte vicino in italiano).
Nel periodo bizantino, le numerose grotte del massiccio furono abitate da eremiti, che seguirono il monachesimo ispirato da san Basilio.

Una strada attraversa il massiccio, raggiungendo il santuario di Santa Rosalia e la cima con il suo splendido belvedere. Che si tratti di strada o di vari sentieri, si possono ammirare splendide vedute della costa, del golfo di Mondello, fino agli altri massicci vicini.
A nord del massiccio, le grotte dell’Addaura hanno conservato graffiti del paleolitico, tra cui incisioni di animali o di figure umane. Sull’altopiano, un abisso (chiuso) raggiunge una profondità di 171 metri. Quanto alla grotta Niscemi sul versante occidentale, conserva tracce di arte rupestre del paleolitico.

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Sentieri

La Scala Vecchia è un antico sentiero che sale al santuario di Santa Rosalia, passando davanti a cappelle votive, lunghe 3,7 km. È il cammino tradizionalmente seguito dai pellegrini.
Altri sentieri percorrono il massiccio, di livello di difficoltà variabile: vedi www.sicilyhiking.it.

Santa Rosalia

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Santa Rosalia (Van Dyck, circa 1625, museo del Prado)

Rosalia era figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina nei monti Sicani, e la cui madre era parente del re Ruggero II di Sicilia. Dopo un primo eremo nei monti di Quisquina, Rosalia sarebbe diventata damigella d’onore alla corte di Palermo, poi decise di ritirarsi di nuovo, in una delle grotte del Monte Pellegrino che accoglieva religiose.
Molto devota, si sarebbe ritirata volontariamente in una grotta oscura, disprezzando le gioie del mondo reale, bevendo solo l’acqua della sorgente e alimentandosi di ciò che si trovava intorno. Morì nel 1170, dopo aver chiesto di essere sepolta nella grotta.

La sua fama si diffuse rapidamente in tutta la regione. Già nel 1180 le fu consacrata una cappella, vicina all’attuale santuario.
Per secoli si cercò le sue ossa senza trovarle, fino al 1624, in un episodio di peste, in cui furono trovate delle presunte ossa di Rosalia in una grotta. Le reliquie furono portate in processione a Palermo il 9 giugno 1625 e la peste sarebbe miracolosamente caduta.
In suo onore, la vergine Rosalia (soprannominata “la Santuzza”) fu proclamata Patrona della città di Palermo, e la grotta del Monte Pellegrino fu trasformata in santuario, diventando meta di pellegrinaggio.

Santuario di Santa Rosalia

A 445 metri di altitudine, il Santuario di Santa Rosalia sarebbe stato costruito attorno alla grotta dove furono ritrovate le ossa attribuite a Rosalia, a partire dal luglio 1625.
È il risultato della trasformazione di una piccola chiesa di origine bizantina.
La grotta è infatti un antichissimo luogo di culto. Vi si trova un’iscrizione cristiana in greco che risale al VII secolo della nostra era.
La facciata del XVII secolo è addossata alla roccia. Passato il suo portale, si accede ad uno spazio a cielo aperto che precede la grotta sacra, con la statua di Santa Rosalia.
La grotta conserva sotto un baldacchino di marmo la statua scolpita da Gregorio Tedeschi di Rosalia in posizione sdraiata ed in estasi, ricoperta di foglie d’argento dorato, con la Croce in mano.
La sala del tesoro è stata inaugurata il 13 luglio 2018. Vi si accede tramite una scala. Conserva numerosi oggetti sacri.

Belvedere, grotte e altri siti

La strada asfaltata conduce al belvedere con il suo panorama sulla costa, la baia di Mondello, e i monti circostanti.
Sul monte si trova il piccolo stagno artificiale detto Gorgo Santa Rosalia, un labirinto, …
Numerose sono le grotte naturali disseminate nel massiccio, tra cui soprattutto la grotta dell’Addaura a nord del monte che conserva graffiti paleolitici, con incisioni di animali e figure umane.
Sul versante occidentale, vicino al parco della Favorita, la grotta Niscemi conserva tracce di arte rupestre del paleolitico.
Sull’altopiano, un abisso raggiunge una profondità di 171 metri.

Castello Utveggio

Sul crinale sud del massiccio, il castello Utveggio è un monumento in stile Liberty e neoclassico costruito tra il 1928 e il 1933 per diventare un hotel di lusso. Purtroppo fu quasi abbandonato all’epoca della seconda guerra mondiale. Negli anni ottanta la Regione Sicilia lo recuperò e lo restaurò, poi vi installò una scuola di management e un centro studi, ormai chiuso. Il suo futuro è oggi incerto, dopo un annuncio per farne un centro di formazione amministrativa.

Parco della Favorita

Il parco della Favorita si estende per 400 ettari ai piedi occidentali del Monte Pellegrino, all’interno della riserva naturale di quest’ultimo. Fu creato come riserva di caccia a partire dal 1799 da Ferdinando III di Sicilia. Due viali principali attraversano il parco in parallelo chiamati Ercole e Diana, ormai asfaltate e molto frequentate.
Il primo viale porta alla fontana di Ercole del XIX secolo in stile neoclassico, con una statua di Ercole. Il viale Pomona (dea dei frutti e dei giardini) incrocia perpendicolarmente i due viali paralleli.
Il re Ferdinando vi costruì anche la sua stupefacente Palazzina cinese in stile orientale, con il suo tetto coronato da una pagoda. Nelle vicinanze un altro edificio ospita il Museo Etnografico Giuseppe Pitrè.
Si praticano anche attività agricole sperimentali.

Proprio ai piedi del massiccio si trovano le Scuderie Reali convertite in museo agricolo, con torri, e la grotta Niscemi con tracce di arte rupestre del paleolitico.
La valle del Porco è un sentiero molto ripido che collega le scuderie al santuario di Rosalia.

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