Città poco turistica del centro della Sicilia, Caltanissetta è un capoluogo di provincia popolato da circa 60.000 abitanti, provvista tuttavia di alcuni tesori nonostante un urbanismo poco armonioso. È animata dalle festività e processioni durante la Settimana Santa, tra le più autentiche di tutta l’isola.

È costruita su una collina della valle del Salso che è abitata fin dall’antichità dagli Sicani, conosciuta con il nome di Nissa, secondo la testimonianza di Tucidide.
Dopo le epoche greche, romane e bizantine, furono gli arabi che nel IX secolo la rinominarono, prefissando il suo nome con «Kalat» (castello in arabo). Uno storico indica piuttosto che la città fu chiamata Qal’at an-Nisa, che significa «castello delle donne».

Nell’Ottocento e nel Novecento era il principale centro italiano di sfruttamento dello zolfo, con miniere dove le condizioni di vita disumane furono documentate da grandi scrittori come Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia. Caltanissetta è anche il centro della produzione dell’Amaro Averna dal 1868, liquore alle erbe, la cui ricetta sarebbe dovuta ai monaci dell’abbazia Santo Spirito.

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Visita di Caltanissetta

Il cuore della città è Piazza Garibaldi dove al centro la Fontana del tritone costruita alla fine del XIX secolo, fu posta qui nel 1956, con il suo cavallo di bronzo guidato da un tritone e minacciato da due mostri marini.
La cattedrale barocca di Santa Maria la Nova fu costruita tra il 1570 e il 1622. È decorata con splendidi stucchi e affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans sulla volta, in trompe-l’oeil, e sui pilastri (1718-1720). Vi si ammirano anche dipinti del pittore toscano Filippo Paladini o di Roggeri, una statua del 1627 dello scultore Volsi raffigurante l’Arcangelo San Michele, ecc.
Di fronte alla cattedrale, la chiesa di San Sebastiano del XVI secolo si affaccia con una facciata eclettica del XIX secolo.

Poco più ad est, la via San Domenico conduce alla bella chiesa omonima del XIII secolo, ristrutturata nel XVIII secolo. Conserva la Madonna del Rosario, tela di Filippo Paladini (1614).

La via Angeli conduce più lontano al castello di Pietrarossa, almeno a ciò che ne rimane, essendo già in gran parte crollato in occasione di un terremoto nel 1527. I resti delle sue torri di mattoni rossi dominano la valle della cima della roccia. Sotto gli aragonesi, il parlamento siciliano vi si riunì più volte.
Ai piedi di quest’ultimo, e adiacente al suo convento, la chiesa di Santa Maria degli Angeli proviene probabilmente da una cappella del castello risalente al XIII secolo.

Da piazza Garibaldi partono due interessanti vie: Corso Vittorio Emanuele II e Corso Umberto I.
Sulla prima, il bel teatro Regina Margherita costruito nel 1870 è dedicato alla moglie del re Umberto di Savoia. Si tratta di uno dei più antichi dell’isola. Ad est la strada porta alla chiesa di Santa Croce, con l’antico monastero benedettino del XVI secolo. Verso ovest si trovano diversi palazzi storici, tra cui il Palazzo Natale Cosentino del XVIII secolo o il Palazzo Benintende del XIX secolo.
All’incrocio di questi due corso, il Palazzo del Carmine risalente al XIV secolo è sede del municipio. Più a nord, il Palazzo Moncada è un interessante edificio barocco del XVIII secolo, di cui rimane solo una parte dell’edificio originale che circondava un cortile. Una cornice intermedia è scolpita con figure antropomorfe e animali. Oggi ospita un teatro, un cinema e un museo municipale.
Più a nord su corso Umberto I, Sant’Agata al Collegio è una bella chiesa dei primi del XVII secolo preceduta da una scalinata. L’interno si nota con i suoi marmi policromi, affreschi e dipinti.

La città ha diversi musei tra cui il museo diocesano che espone più di cinquecento opere d’arte dal XV al XXI secolo.
Il museo mineralogico è dedicato alla mineralogia, alla paleontologia e allo sfruttamento dello zolfo.
Il museo archeologico si trova fuori dal centro, vicino all’abbazia normanna di Santo Spirito (vedi oltre, sezione circostante).

Lo storico mercato “Strata ‘a Foglia” si tiene in via Consultore Benintende, da piazza Mercato Grazia a via Berengario Gaetani, con bancarelle di frutta e verdura, formaggi, panettieri, pescivendoli, macellai, negozi di alimentari, ecc.

Gastronomia e tradizioni

La settimana santa, che precede la Pasqua, è molto viva a Caltanissetta, segnata tra l’altro dalla “processione del Cristo Nero”.

Nella gastronomia di questa regione dell’entroterra siciliano, il Cuddrureddra di Delia è un biscotto fritto che veniva tradizionalmente prodotto durante il carnevale. Un altro dolce tipico della regione è la cubaita araba, al caramello e sesamo, o il torrone Nisseno con mandorle, pistacchi e miele.

Dintorni

3 km a nord-est di Caltanissetta, l’abbazia di Santo Spirito fu fondata dai normanni nel 1095 su un’antica fattoria araba fortificata, di stile paleocristiano e romanico con tre piccole absidi e una torre quadrangolare di ispirazione araba, così come balestriere e archi acuti. Conserva un bel affresco di un Cristo benedicente (XV), di un Cristo Pantocrator, e di altre opere notevoli.
A 150 metri, il museo archeologico regionale di Caltanissetta conserva reperti risalenti al periodo neolitico provenienti dalle aree archeologiche di Sabucina, Gibil Gabib, Monte Capodarso e Monte San Giuliano (collina a nord della città) soprattutto dell’età del bronzo.

Si possono anche osservare, dall’esterno, le miniere di Gessolungo (5 km nord-est) e di Trabonella (8 km ad est vicino al sito di Sabucina).

Siti archeologici

Sabucina

7 chilometri a est della città, Sabucina è un sito antico recentemente scoperto, con la scoperta negli anni ’60 di occupazioni risalenti al bronzo antico (XX-XVI secolo a.C.) fino al periodo romano passando per il periodo greco.

Gibil Gabib

5 km a sud-est, il sito di Gibil Gabib, occupa tre terrazze su una collina che domina la valle del Salso. Era occupato nella preistoria, nel tardo bronzo (cultura di Castelluccio) e da greci. Vi si scoprono mura difensive e numerosi resti mobili. Due necropoli si trovano ai piedi della collina.

Villaggi

Il piccolo borgo di Santa Rita, 20 km a sud, attira alcuni turisti con il suo fascino di borgo abbandonato e la sua panetteria tradizionale.

Mussomeli

Vicino a Mussomeli (40 km a ovest), è arroccato sulla sommità di uno sperone alto 80 metri il bel castello Manfredonico Chiaramontano, simbolo della potenza dei baroni feudali, costruito nel XIV secolo da Manfredo II Chiaramonte, di stile gotico con i suoi tipici archi acuti e le bifore.

Sutera

Un po’ a sud di Mussomelli, il borgo medievale di Sutera è iscritto tra i “borghi più belli d’Italia”. È diviso in quartieri storici, tra cui quello di Rabato, di origine araba, animato ogni anno da un tradizionale presepe vivente. È un villaggio tipico dei borghi medievali, con le relative vecchie case di pietra, chiese, corti, scale e vicoli.
Sutera è dominata dall’enorme roccia di San Paolino, accessibile anche da una telecabina. In cima, un santuario gode di una splendida vista.

Enna

A 35 km verso est, Enna è soprannominata “belvedere della Sicilia”. È una cittadina il cui patrimonio è interessante.

Parchi e riserve

  • 10 km a est la Riserva Naturale di Monte Capodarso e la Valle dell’Imera Meridionale, è una delle zone più belle della zona.
  • 20 km a nord, la Riserva Naturale Integrale Geologica di Contrada Scaleri, con le sue rocce carsiche.
  • La riserva naturale di Monte Conca, 50 km a ovest, a sud di Mussomeli, è nota per le sue belle grotte.
  • 20 km a nord-ovest, la riserva del lago Sfondato.

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