Lentini è una città siciliana situata nella provincia di Siracusa, a sud-est della Sicilia, sulle prime pendici dei monti Iblei. Deve la sua fama alla sua storia, fondata nell’VIII secolo avanti la nostra era dai greci di Calcide che la chiamarono Leontinoi.
Oltre agli edifici religiosi del centro storico, nati dalla ricostruzione barocca successiva al terremoto del 1693, si può scoprire l’area archeologica del Castellaccio, tra cui i resti della fortezza medievale e la grotta del Crocifisso, nonché il sito archeologico della città antica.

Visita di Lentini

Centro storico

La movimentata storia di Lentini gli ha lasciato alcuni edifici notevoli, prima con la Chiesa Madre di Santa Maria la Cava e di Sant’Alfio. È una chiesa barocca del XVIII secolo, la cui storia risale all’epoca bizantina, con una facciata piuttosto sobria e un interno elegante, conservando un’icona bizantina della Madonna Odigitria del XII secolo, altari funerari, un interessante simulacro dei fratelli e santi Alfio, Filadelfo e Cirino, martirizzati nel 253 a Lentini.
Sono interessanti diverse chiese, come la chiesa della Santissima Trinità e San Marziano eretta sulle rovine di un antico monastero e del palazzo della Palumba del XVI secolo; la chiesa della fontana (o dei tre santi) che fu ricostruita nel 1805 sul luogo del martirio dei tre frati santi ; il convento dei Cappuccini, la chiesa dell’Immacolata Concezione del XVIII secolo; San Francesco di Paola, ecc

Il museo archeologico regionale di Lentini conserva un’importante collezione, che illustra la storia della città e del suo territorio dalla preistoria al medioevo, passando per i greci e i romani.

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Castellaccio

La zona di Castellaccio corrisponde ai resti della fortezza medievale risalente ai normanni ed a Federico II. Questa roccaforte rimase a lungo importante, colpita da un terremoto nel 1542, e da quello del 1693 che la distrusse in gran parte, per finire abbandonata nella nostra epoca.
Intorno alla fortezza rimangono i sistemi difensivi naturali e umani, tra cui fossati che separano le altre colline, pareti a nord e a sud, resti di mura che si vedono a sud, a nord-est, resti di torri, una rupe ad ovest e delle pareti.
Verso il centro del sito, una scala conduce ad una “sala ipogeo”.

Nel parco archeologico si trova l’Oratorio di Santa Lucia, grotta utilizzata come luogo di culto tra il XII e il XIV secolo, con una sepoltura scavata nel terreno e preziosi affreschi del XIV secolo, tra cui quelli di Santa Lucia, accompagnata da un Cristo Pantocrator e un Santo barbuto (forse San Nicola), una Madonna, ecc

Grotta del crocifisso

In prossimità del Castellaccio, la grotta del crocifisso è un altro importante luogo di culto, per i suoi affreschi, esempio di convivenza di culti greco e latino, in sale risalenti al VII secolo a.C.
L’attuale ingresso risale al XVIII secolo. Vicino a questo si trova una nicchia a volta con un altare, due ossari (XV secolo circa), e una cripta nel seminterrato.
La navata era interamente ricoperta da cicli di affreschi, dal XII al XVII secolo. Sull’altare lato est, dedicato al culto orientale, si trova uno splendido affresco di Cristo Pantocrator risalente al XIII secolo. A nord il muro del “Mater Domini” mescola diversi stili. Si osservano le rappresentazioni di numerosi santi, una scena della Crocifissione, ecc.
Una Deposizione di Cristo è stata spostata al museo archeologico di Lentini.

Sito archeologico di Lentinoi

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Tetradracma di Leontinoi

Il sito archeologico dell’antica città di Lentinoi si trova a sud dell’attuale città di Lentini, con l’acropoli sulla collina di San Mauro, l’agora nella valle tra quest’ultima collina a sud-ovest e quella di Metapiccola a sud-est. La zona di Castellaccio è più a nord, dove fu eretta più tardi la fortezza medievale.
Sulla collina di Metapiccola, un villaggio preistorico dell’età del ferro è stato scoperto, assimilato al mitico impianto siculo di Xouthia, con tracce di capanne rettangolari che erano in legno. Una necropoli dell’epoca si trova lungo la Cava Ruccia.
A nord-ovest di questa collina, l’agora è situata nella valle.
Sulla collina di San Mauro si trovano i resti dell’acropoli della città fondata dai greci intorno al 730, che si estende sulle pendici.

Le pareti mostrano interventi successivi, del VII secolo avanti la nostra era per i più antichi che proteggevano solo l’acropoli.
Nel VI secolo fu costruita una cinta muraria per proteggere le due colline e il centro della valle, bloccando l’ingresso nord con la porta di Siracusa, alla quale si estende la necropoli ellenistica, con oltre 600 tombe tra cui piccoli monumenti funerari (risalente al IV e III secolo aC).
Sezioni di queste mura sono visibili sul lato orientale della collina di San Mauro, e resti di una torre verso l’altra collina.
I monumenti funebri più antichi e vicini all’entrata risalgono al VI secolo a.C.

Storia di Lentini

Una leggenda narra che la regione fosse occupata dai lestrigoni, giganti antropofaghi simili ai ciclopi che abitavano sull’Etna. Questo popolo si sarebbe evoluto come allevatori e agricoltori secondo Omero, diventando i Sicani.
Comunque, i Siculi venuti dalla penisola italiana entrarono in conflitto con gli Sicani per respingere questi ultimi e infine occupare l’est della Sicilia, tra cui la regione di Lentini.

Nell’VIII secolo a.C. alcuni greci fondarono colonie in Sicilia, coesistendo con le popolazioni indigene prima di cacciarle nell’entroterra. Secondo Tucidide questi erano greci venuti da Calcide che si stabilirono qui sulla collina di San Mauro verso il 730 a.C., coesistendo temporaneamente con gli Siculi. Avrebbero cacciato questi ultimi con l’aiuto di greci venuti da Megara (e futuri fondatori di Megara Hyblaea).

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Trias di bronzo

L’agricoltura era la principale attività economica e la città, in particolare la coltivazione di orzo (che si osserva su monete), così come l’allevamento di cavalli.
Secondo Aristotele, alla fine del VII secolo, durante un conflitto con la vicina Megara Hyblaea, emerse il primo tiranno siciliano, chiamato Panezio.
Un governo oligarco diresse la città, divenuta fiorente economicamente e demograficamente. Perse la sua indipendenza nel 494 a.C., occupata da Ippocrate di Gela, poi in 476 quando Gelone di Siracusa vi deportò gli abitanti di Naxos e Catania.
Lentini ritrovò più tarde la sua libertà, ma sotto le varie minacce (tra cui l’avventura del re siculo Ducezio) chiese l’aiuto di Atene contro Siracusa. Nel 424 avanti la nostra era, un accordo è trovato con il ritiro degli Atenesi dalla Sicilia, contro la garanzia dell’autonomia delle città greche. Ma il conflitto si prolungò internamente in Lentinoi, gli aristocratici filo-siracusani espulsero i democratici filo-ateniesi. La città fu inclusa nella chôra (territorio) di Siracusa. Tuttavia, questi aristocratici si trovarono insoddisfatti, si allearono con i democratici appoggiati di nuovo da Atene, e marciarono contro Siracusa. La spedizione si concluse con la definitiva sconfitta degli Ateniesi, e Siracusa si impose a Lentini.

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Didracma (verso)

Nel 406, in seguito alla sconfitta di Siracusa contro i Cartaginesi, la città riacquistò brevemente la sua autonomia, ma Dionigi il tiranno di Siracusa se ne impadronì e la trasformò in una roccaforte militare.
Non potendo pagare i mercenari, Dionigi diede loro la città. Dopo diversi eventi, Lentini rimase sotto il dominio siracusano e nel 214 a.C., i romani vi si stabilirono.

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Didracma (verso)

Dal periodo romano, poche informazioni ci sono pervenute, e la città declinò a partire dal I secolo prima della nostra era.
Dopo la conquista barbarica, Lentini fu occupata dai bizantini. Si sa che vi fu installato un vescovado. I saraceni si insediarono nell’847 e la città sembra aver conosciuto un periodo relativamente prospero, fino all’arrivo dei normanni dove sarebbe di nuovo declinata, colpita in particolare dai due terremoti, del 1140 e del 1169.

Con Federico II di Svevia, Lentini riprese vigore, ma si ribellò nel 1250, fu repressa, indipendente come altre città della Sicilia grazie al Papa nel 1254, ma poco tempo dopo gli Angiovesi opprimerono la Sicilia, fino a quando non siano espulsi nel 1282 prima dell’arrivo degli aragonesi.

La storia della città rimase caotica, fino al terremoto del 1693 che la distrusse completamente. In seguito fu ricostruita faticosamente.

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